Fenomeni quali il terrorismo, il crimine organizzato o la delinquenza urbana sono considerati, dai custodi dello status quo, i responsabili di un male che in realtà è più impalpabile, più endemico e assai più profondo. Ciò avviene non necessariamente per malafede; è piuttosto il sistema stesso che si difende, spostando l’attenzione verso tutti quei problemi che possono suscitare un maggiore consenso sociale.
Ecco per quali motivi, indipendentemente dall’effettiva consistenza delle statistiche criminali, l’insicurezza si profila quale sentimento invasivo e caratterizzante le società contemporanee.
Come scrive acutamente Nadia Urbinati nella sua introduzione al volume:
Cosa si può fare per mettere sotto controllo lo stato d’ansia collettiva crescente? Quali politiche democratiche possono e devono essere praticate per contenere paure che portano con sé, inevitabilmente, chiusure, egoismi, xenofobie?
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