Jaume Curbet: INSICUREZZA

La pace civile è stata minacciata, in tutte le epoche, da tiranni, dittatori o demagoghi di ogni tipo. In passato era più facile identificare i veri o presunti responsabili del disordine e combatterli; oggi invece la minaccia più concreta è il sistema stesso. L’uomo contemporaneo si sente insidiato da circostanze esterne diffuse che appaiono inestirpabili. Basta considerare le ineguaglianze, le ingiustizie, l’insicurezza individuale, sociale e politica.
Fenomeni quali il terrorismo, il crimine organizzato o la delinquenza urbana sono considerati, dai custodi dello status quo, i responsabili di un male che in realtà è più impalpabile, più endemico e assai più profondo. Ciò avviene non necessariamente per malafede; è piuttosto il sistema stesso che si difende, spostando l’attenzione verso tutti quei problemi che possono suscitare un maggiore consenso sociale.
Ecco per quali motivi, indipendentemente dall’effettiva consistenza delle statistiche criminali, l’insicurezza si profila quale sentimento invasivo e caratterizzante le società contemporanee.
Come scrive acutamente Nadia Urbinati nella sua introduzione al volume:
più lo Stato ha bisogno di ricorrere a espedienti autoritari o di inasprire le norme, più dimostra di essere debole o non abbastanza efficace nel garantire la sicurezza ai propri cittadini … Una società disposta a rinunciare perfino ai diritti fondamentali per garantire la sicurezza è una società che si avvia fatalmente verso una condizione di estrema lacerazione e quindi di insicurezza.
Cosa si può fare per mettere sotto controllo lo stato d’ansia collettiva crescente? Quali politiche democratiche possono e devono essere praticate per contenere paure che portano con sé, inevitabilmente, chiusure, egoismi, xenofobie?

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