Questo vuol dire che la correlazione fra incidenti e morti nei casi di pirateria stradale è piuttosto casuale in quanto la fattispecie dei casi possibili (dalla macchina che piomba sulla folla alla fermata di un autobus al folle che travolge un ciclista) è molto variabile mentre lo stesso monitoraggio dei vari casi riguarda solo una piccola parte degli eventi effettivamente accaduti. "Gli episodi passati al setaccio - spiegano infatti all'Asaps - dal nostri Osservatorio sono solo quelli più gravi". Ma si tratta comunque di una ricerca molto importante perché consente di capire molto sul fenomeno: il 75% degli autori viene infatti smascherato, mentre "solo" il 25% resta ignoto. Non solo: su 214 inchieste monitorate, 160 hanno condotto all'identificazione del responsabile, arrestato in 73 occasioni (45,6% delle individuazioni) e denunciato a piede libero in altre 87 (54,4%).
Questo vuol dire che è il pirata della strada difficilmente la fa franca, ma testimonia anche il fatto che la causa principale della pirateria stradale è da attribuirsi all'alcol e alle droghe: solo un pazzo può pensare di sfuggire alle successive indagini, senza contare che in 59 casi, il 37%, è stato accertato che il pirata della strada era drogato o ubriaco. Una percentuale apparentemente bassa, in realtà elevatissima perché non va dimenticato che la positività dei test condotti è riferibile solo agli episodi di pirateria nei quali il responsabile sia stato identificato, dunque 160 su 214... Non solo: spesso la polizia non può più sottoporre il pirata della strada al a controllo alcolemico o narcotest, perché sono trascorse ore o addirittura giorni dall'incidente.
L'aspetto più sconcertante di tutta questa vicenda rimane il fatto che le pene per i pirati della strada sono ancora leggerissime: da un anno a tre anni di reclusione, anche se le sanzioni per l'omicidio colposo connesso col consumo di alcol o sostanze stupefacenti sono diventate un po' più pesanti. Se invece l'altro ieri fossero state approvate le modifiche al codice della strada - poi fatte slittare a settembre - la legislazione sarebbe stata ben più severa. E i criminali della strada avrebbero avuto un'estate ben più dura.
La Repubblica, 20 luglio 2009
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