29/07/2011 "A lezione di compostaggio con i ragazzi di CleaNap"

Appuntamento alle 17,30 a Forcella per il workshop ComposTIAMO: creazione di 3 compostiere domestiche a costo zero. "Costruiamo qualcosa che sia meno fugace delle azioni pulitive"
Ancora in azione i ragazzi di Cleanap Piazza Pulita che questa volta saranno impegnati in un’iniziativa diversa rispetto alle spedizioni puLitive cui ci hanno abituato fin ora. Oggi alle 17.30, nel quartiere di Forcella, terranno un workshop dal titolo ComposTIAMO in cui si spiegheranno le tecniche del compostaggio attraverso la creazioni di tre esemplari di compostiere domestiche a costo zero.
Ad accoglierli sarà Piazza Forcella e l’ex cinema di quartiere, trasformato oggi in un centro per le opportunità che si rivolge in particolare ai giovani e giovanissimi di un territorio pieno di criticità e problematiche sociali. La struttura è dedicata ad Annalisa Durante, vittima innocente della camorra, uccisa nel marzo del 2004 proprio a forcella, quando aveva solo 14 anni, durante uno scontro a fuoco fra diverse fazioni dell’organizzazione criminale. I ragazzi di CleaNap potranno contare sulla collaborazione di Gianni Durante, il padre di Annalisa, che con gioia ha sposato la causa dei nostri inarrestabili Insieme, quindi, presenteranno al quartiere e a tutti quelli che interverranno le potenzialità del compostaggio, illustrando le modalità di approccio ad un sistema così semplice ed ecosostenibile.
“È la prima azione della serie ComposTIAMO, che ci auspichiamo venga riproposta in futuro in collaborazione con altre scuole della nostra città. La nostra Rotantus 2000 (compostiera domestica) verrà quindi messa a disposizione di tutti i curiosi che ne vorranno capire il funzionamento e poi verrà donata alla scuola del quartiere, l’Istituto Comprensivo Statale “Adelaide Ristori Napoli 34”. Insieme alla Preside, Fernanda Tuccillo, da settembre avvieremo un progetto pilota per sensibilizzare i bambini al compostaggio, in modo da ridurre la produzione della frazione umida all’interno della scuola” fanno sapere gli organizzatoriAncora in azione i ragazzi di Cleanap Piazza Pulita che questa volta saranno impegnati in un’iniziativa diversa rispetto alle spedizioni puLitive cui ci hanno abituato fin ora. Oggi alle 17.30, nel quartiere di Forcella, terranno un workshop dal titolo ComposTIAMO in cui si spiegheranno le tecniche del compostaggio attraverso la creazioni di tre esemplari di compostiere domestiche a costo zero.
Ad accoglierli sarà Piazza Forcella e l’ex cinema di quartiere, trasformato oggi in un centro per le opportunità che si rivolge in particolare ai giovani e giovanissimi di un territorio pieno di criticità e problematiche sociali. La struttura è dedicata ad Annalisa Durante, vittima innocente della camorra, uccisa nel marzo del 2004 proprio a forcella, quando aveva solo 14 anni, durante uno scontro a fuoco fra diverse fazioni dell’organizzazione criminale. I ragazzi di CleaNap potranno contare sulla collaborazione di Gianni Durante, il padre di Annalisa, che con gioia ha sposato la causa dei nostri inarrestabili Insieme, quindi, presenteranno al quartiere e a tutti quelli che interverranno le potenzialità del compostaggio, illustrando le modalità di approccio ad un sistema così semplice ed ecosostenibile.
“È la prima azione della serie ComposTIAMO, che ci auspichiamo venga riproposta in futuro in collaborazione con altre scuole della nostra città. La nostra Rotantus 2000 (compostiera domestica) verrà quindi messa a disposizione di tutti i curiosi che ne vorranno capire il funzionamento e poi verrà donata alla scuola del quartiere, l’Istituto Comprensivo Statale “Adelaide Ristori Napoli 34”. Insieme alla Preside, Fernanda Tuccillo, da settembre avvieremo un progetto pilota per sensibilizzare i bambini al compostaggio, in modo da ridurre la produzione della frazione umida all’interno della scuola” fanno sapere gli organizzatori.
Emiliana Mellone, motore propulsivo dei CleaNap spiega così l’iniziativa a NapoliToday: “Vogliamo provare a costruire qualcosa sul territorio che sia meno fugace delle solite azioni pulitive che ci hanno caratterizzato. Con l'incontro di oggi intendiamo presentarci ad un intero quartiere, illustrare le potenzialità del compostaggio, sottolineare l'importanza della raccolta differenziata e promuovere l'utilizzo delle isole ecologiche mobili stanziate dal Comune. Abbiamo avuto modo di interagire con Gianni Durante, che si è dimostrato particolarmente attento alla questione della differenziata a Forcella e proprio con lui facciamo questa presentazione. La nostra compostiera, realizzata a costo zero con materiali reperiti direttamente all'isola ecologica dei Colli Aminei, verrà in seguito regalata all'istituto Ristori, per avviare da settembre un processo pilota con la scuola, in modo da affiancare alla differenziata anche la riduzione e il riuso della frazione umida all'interno del plesso scolastico”.
Una nuova iniziativa che dimostra anche quanto siano pronti a maturare questi movimenti cittadini, a crescere con il tempo e ad indirizzarsi verso progetti anche di lunga durata. E allora avanti tutta!
Fonte:www.napolitoday.it

28/07/2011 Accade al Rione Esquilino "Festa Estate"



25/07/2011 "CleaNap", cinquecento volontari al lavoro per pulire due piazze"

L'iniziativa di cittadini di tutte le età, muniti di guanti e scope, è diventata "un fenomeno civico". Anziani, ragazzi e bambini si trasformano in netturbini per dare un nuovo volto alla città
Un piccolo esercito. In centinaia, determinati e compatti anche in una domenica di fine luglio. È il fenomeno CleaNap. Armati di scope, bustoni e compostiere. Cresciuti in numero ed entusiasmo, dopo il solito tam tam su facebook e non solo. Nel pomeriggio, in piazza Santa Maria La Nova, sono oltre 500. Ragazzi, bambini e vecchi. Tutti all'appuntamento lanciato, per la quarta volta, dal gruppo di cittadini CleaNap Piazza pulita. Sottinteso: per non aspettare che siano sempre gli altri a fare.
"Qui siamo troppi! Andiamo a pulire anche di fronte: metà qui a Santa Maria, metà in piazza Matteotti", propone Emiliana Pellone, l'autrice di un appello che è già diventato patrimonio di molti. C'è chi, come Friarielli ribelli tirano su dalle aiuole chili di erbacce e lasciano piantine e terreno fresco, chi ripulisce dalle scritte oscene i portoni, chi, come Marco e Gul e tanti altri, spazzano le scale (fetide) delle Poste. Vincenzo, Marta, Valentina e Carmen lavorano con guanti e rastrelliere, vengono da quartieri diversi. Tra gli abitanti, l'appello di Franco De Rosa: "Ci hanno chiamato: "Scendete anche voi!". Ma il gesto di questi ragazzi rischia di restare fine a se stesso se Comune e forze dell'ordine lasciano abbandonate o incustodite le piazze". Dove si fa baldoria, si lasciano bottiglie. E si spaccia droga nella pubblica indifferenZA.
Fonte:repubblica.it

"Milano come far rinascere un Rione"


Fonte:D-larepubblica.it del 07/05/2011

07/05/2011 "Piantare Armonia"

Fonte:D-larepubblica.it del 7/05/2011

17/07/11 "Ecco gli angeli della monnezza. 'Ora basta, Napoli la puliamo noi'"

Tam tam sul web e patti condominiali, si mobilitano i cittadini. Con scope e palette raccolgono rifiuti nelle piazze. E parte il riciclaggio "fai-da-te". Ogni 10 giorni i ragazzi si autoconvocano su Facebook e scelgono una piazza cittadina da ripulire

APOLI - Hanno messo le braccia al posto delle parole, quello che fa un piccolo risorgimento al suo primo varco. Hanno cominciato con una piazza, due scope e guanti spaiati da chirurgo. Ora sono duecento alle assemblee pubbliche e tremila soltanto su uno dei social network coinvolti, e hanno adottato quattro aree della città. A volte basta che sia uno a indicare: "La città è nuda". Succede che, allo sbando, si trovino le forze.Le forze si trovano non per un altro grido, ma per fare un passo e guadagnare ossigeno. Capita quasi sempre mentre stai per arrenderti o affogare. È un clic che stavolta muove Napoli, capitale incline alla sorda indolenza quando l'onda della crisi - si chiami rifiuti o degrado - diventa compagno promiscuo, intima violazione. E infine morso quotidiano a cui non si vuole offrire altra carne.La cura diventa ripartire dal basso. Pulire prima una strada, poi una piazza, poi un'altra. Tirare le erbacce dagli interstizi insieme alle carte dai marciapiedi. Ridarsi appuntamento e fare un altro pezzo di "pulizia". Da soli. "Senza partiti, senza padroni". Quando finiscono, si passano la parola. Che poi è diventata un programma e una sigla felice, in due sillabe, buona per bambini, laureati e nonni: CleaNap.Un'idea forte dietro la quale c'è la tenacia di un anziano libraio, Rino De Martino, custode ormai di Piazza del Plebiscito abbandonata. E, dopo, l'intuizione di una 27enne, Emiliana Pellone, una laurea in Organizzazione e gestione del patrimonio
culturale, una faccia alla Audrey Tatou, a cui piace ignorare che Napoli non sia il mondo di Amelie. E che dal suo blog, il 4 giugno lancia un appello: "Facciamolo noi, facciamo piazza pulita". "Credo che ce la possiamo fare, solo se ci impegniamo tutti in prima persona - spiega Emiliana - . Alla fine basta poco, mi sono detta: una scopa, una paletta, un paio di guanti e tanta acqua pubblica, e si lava la faccia a un frammento di città. Avevo scritto ai miei amici di Facebook: "Perché non cominciamo con una forma di flash mob? Una performance, filmata e ripresa, iniziando da piazza Bellini, un posto fantastico che se fosse in altre zone del mondo sarebbe gremito di turisti. Se andasse in porto, potremmo "adottare" un luogo ogni 10 giorni. Jamme bell'". Tipico preziosismo gergale, sta per: diamoci una mossa.È nato così, in Rete, il fenomeno CleaNap. In 28 giorni, i primi 2800 iscritti. Poi, dopo le prime operazioni di decoro collettive, la pagina viaggia al ritmo di cento iscritti al giorno (vedi alla voce www. fanpage. it/cleanap). Continua Raffaella: " "Ho pensato a una crasi - ebbene sì, ho fatto il classico - tra il verbo to clean e NAP(oli). Se lo andate a pronunciare diventa "Clean up", i cui svariati significati anglofoni rimandano a moralizzare, pulire, regolare. Anche il sottotitolo Piazza Pulita ha una valenza didascalica e insieme metaforica". Capita, proprio in mezzo alle stagioni dell'emergenza cronica, che si alzi la voce: "Cominciamo da noi". Nella città delle 2300 tonnellate di immondizia che sta foderando di nuovo gli angoli cittadini, per non parlare delle 15mila spalmate in tutta la provincia, cresce la voglia di dimostrare. Capita che scendano in piazza giovani e anziani con detersivi e pannopelle. E che mettano le mani, appunto, invece delle parole degli altri. Ai primi di maggio comincia De Martino con la pulizia del colonnato di San Francesco di Paola, il 4 giugno Emiliana parte con la sua proposta. L'11 giugno viene ripulita piazza Bellini, il 26 tocca al Largo Banchi Nuovi, l'8 luglio ai giardinetti di Porta Capuana. Prossima tappa il 24 luglio: appuntamento alle 17 in piazza Santa Maria La Nova. CleaNap ha trovato sia sulla Rete sia in strada, alleati convinti. I "Friarielli ribelli", squadre di giovani che, con la loro guerrilla gardening, si incaricano di far risorgere le aiuole inaridite e i giardini dimenticati. E poi il libero attivismo di quei cittadini che da soli stanno diffondendo la moda virtuosa di autotassarsi e mettere la compostiera per l'umido in cortile: aiutati dall'intraprendenza di Francesco Emilio Borrelli, ex assessore dei verdi in Provincia. È bastato che si partisse con Aniello Morra, un commercialista del Parco della Madonnina, che ormai offre sul tema consulenza gratuita (anche su infoverdicampania. it o agmorraibero. it). Riferimenti a cui chiamano da tutta Napoli per chiedere consiglio. Come fosse un call center. "Scusi, noi siamo 50 famiglie, abbiamo bisogno di quale compostiera, con quali batteri da inserire? E dove si acquista". Perfino nella più sofferente Forcella c'è il padre di Annalisa Durante (uccisa per errore in un conflitto a fuoco) che si è mobilitato per una differenziata spontanea. Succede che un semplice appello via social network faccia saltare un tappo. E squillare la tromba che istituzioni e palazzi hanno tenuto muta. Il sindaco Luigi de Magistris riflette: "Sono sempre stato convinto che i napoletani siano pronti ad essere il perno di una rivoluzione ambientale che finalmente conduca al superamento della piaga storica dei rifiuti. Del resto senza il contributo dei cittadini e delle cittadine non è possibile alcun miglioramento in tal senso. Non a caso, abbiamo delegato ad un consigliere Raffaele Del Giudice il compito di mobilitare e organizzare la cittadinanza. Per questo apprezzo le tante iniziative spontanee. Hanno un importante valore simbolico, oltre che pratico, e alimentano la speranza di quanto sia possibile un cambiamento ambientale e civico". Anche Marco Sergio, avvocato e responsabile di una piccola impresa, si è messo in contatto con Emiliana portando in dote altri contatti. Dando disponibilità a organizzare, su pura base volontaristica, "corsi di formazione" per una differenziata responsabile. "Voglio provare a dare una mano, cercando anche di sensibilizzare le amministrazioni pubbliche. Ma sarebbe importante avviare un vero bombardamento mediatico in grado di stimolare comportamenti etici e virtuosi, e allo stesso tempo un inasprimento delle sanzioni per i trasgressori". On line, la mobilitazione cresce. Senza enfasi, anzi. Chiara Amato scrive: "Basta dire "bravi, vi stimo"". Ma dove sono tutti questi fan, tutti questi sostenitori quando si devono alzare le maniche? Mia madre ha 65 anni e con il colpo della strega è andata a pulire, anche solo per un'ora e mezza". C'è qualcosa di semplice e solenne nell'azione di uscire con una scopa per fare linda la città di tutti. Meno complimenti agli eroi pulitori. E più gente nelle strade, ci vogliono più braccia, più gente che fa".

Fonte:repubblica.it

13/07/2011 "UNIVERSAL DESIGN DALLA CASA ALLA CITTÀ"

mercoledì 13 luglio 2011 dalle ore 9.30

Casa dell'Architettura - piazza Manfredo Fanti 47 Roma .

UNIVERSAL DESIGN DALLA CASA ALLA CITTÀ
come pensare e costruire una città per tutti in tutto

Presso la Casa dell'Architettura, mercoledì 13 luglio, si terrà il convegno dedicato alla progettazione di spazi, ambienti ed oggetti utilizzabili da un ampio numero di persone a prescindere dalla loro età e capacità psicofisica.

Relatori:
Sveva Belviso Assessore alla Promozione dei Servizi Sociali e della Salute del Comune di Roma
Gian Carlo Noris Presidente della Fondazione Giovan Battista Baroni
Roberto de Rubertis Professore Ordinario presso la Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
Giulio Nardone Presidente Nazionale Associazione Disabili Visivi
Matteo Clemente e Tommaso Empler autori della pubblicazione
Durante il convegno verrà distribuita ai partecipanti una copia omaggio del volume: L'Universal Design dalla Casa alla città, finanziato dalla Fondazione Giovan Battista Baroni.

Un ambiente è accessibile se qualsiasi persona, anche con ridotte o impedite capacità motorie, sensoriali o psico-cognitive, può accedervi e muoversi in sicurezza ed autonomia. Rendere un ambiente "accessibile" vuol dire, pertanto, renderlo sicuro, confortevole e qualitativamente migliore per tutti i potenziali utilizzatori. L'accessibilità va quindi intesa in modo ampio come l'insieme delle caratteristiche spaziali, distributive ed organizzativo-gestionali in grado di assicurare una reale fruizione dei luoghi e delle attrezzature da parte di chiunque.
L'accessibilità riguarda, quindi, il vivere quotidiano; ad essa si collegano concetti importanti come il pieno sviluppo delle capacità di ogni persona, la tutela della dignità e dei diritti personali o le pari opportunità, che interessano prima o poi tutti noi. Il semplice trascorrere del tempo modifica comunque fisiologicamente le caratteristiche e le conseguenti esigenze di ciascuno: la vita media si va progressivamente allungando con la conseguenza che il numero di anziani nella società contemporanea è in costante aumento; i progressi della medicina hanno permesso alla gente di sopravvivere a incidenti e malattie in passato mortali, seppur spesso riportando disabilità temporanee o permanenti.
Progettare l'accessibilità vuol dire considerare non solo gli aspetti estetici e formali, ma porre al centro dell'attenzione l'essere umano e le sue peculiarità ed esigenze: il suo essere uomo o donna che evolve da bambino ad anziano e che nel corso della vita può andare incontro a cambiamenti temporanei o permanenti e presentare caratteristiche differenti da quella "normalità" definita arbitrariamente da convenzioni che si dimostrano spesso inadeguate.
Per info
www.casadellarchitettura.it

17/07/2011 "Casa e Comunità. Il progetto architettonico per la salute mentale"

Per info
www.casadellarchitettura.it

16-24/09/2011 Aspettando "Puliamo il Mondo 2011"

Per Info:
www.puliamoilmondo.it

07/07/2011 "Animalia"

giovedì 7 luglio 2011 ore 18.00

Casa dell’Architettura - piazza Manfredo Fanti 47, Roma


La Casa dell'Architettura e la NewArt2000 eventi&comunicazionevi invitano alla inaugurazione della mostra evento:
ANIMALIA arte del riciclo a cura di Luigi Fiorletta, con testi in catalogo di Massimo Bignardi, Ilaria Mariotti
Il talento e le capacità creative di 15 giovani artisti con una selezione di 21 opere tridimensionali.
periodo espositivo dal 7 al 21 luglio 2011

Ingresso gratuito

orari dal lunedì al sabato, ore 10,00-19.30

domenica chiuso
Per info:


05/07/2011 "Narrare percorsi, percorrere storie...Le Vocidell'Acqua Felice"

narrare percorsi, percorrere storie‏...Le Voci dell'Acqua Felice

martedì 5 luglio ore 18

Casale Parco di Tor Fiscale

via dell’Acquedotto Felice 120

Inaugurazione mostra fotografica del progetto di tesi dello IED (Istituto Europeo del Design) che affianca l’iniziativa di Stalker/Primaveraromana sulle memorie dell'abitare all'Acquedotto Felice esplorandone le opportunità narrative e paesaggistiche attraverso voci e immagini, di luoghi e persone, che gravitano attorno a uno dei percorsi più antichi e meglio conservati di Roma.In collaborazione con l’associazione La Torre del Fiscale
http://levocidellacquedottofelice.wordpress.com/

05/07/2011 "L'importanza del "Buongiorno" Salutare ci fa sentire meno soli"

Le nostre città sono sempre più anonime e "liquide", popolate da persone che si ignorano l'una con l'altra. Così anche solo un cenno può essere sufficiente a stabilire un legame, una reciprocità. Un brano estratto dall'edizione ampliata e aggiornata del "Sillabario dei tempi tristi" di Ilvo Diamanti, nelle librerie da domani
di ILVO DIAMANTI

DA SEMPRE HO l'abitudine di salutare, sempre, quando incontro qualcuno. L'ho appresa da bambino. Frutto di un'educazione tradizionale, si direbbe oggi. L'ho mantenuta fino a oggi. Così, nei miei percorsi quotidiani saluto tutte le persone che incrocio. Soprattutto, intorno a casa, a Caldogno, quando mi faccio guidare dal cane. (Lui - meglio: lei, la mia piccola Cavalier - sceglie l'itinerario mentre io leggo.) Oppure a Vicenza, in centro. O ancora a Urbino o a Urbania. A volte anche altrove.
Quando incontro qualcuno, da solo, mi è difficile fingere di non vederlo. Distogliere lo sguardo. Ma poi perché? Allora saluto con un cenno, con un buongiorno.
Un "ciao", quando si tratta di persona conosciuta. Serve a stabilire una relazione. Un legame. Nulla di vincolante. Ma la persona con cui hai "scambiato" il saluto - dopo - non è più un "altro". Diventa un "prossimo". Magari non troppo "prossimo". Perché il "prossimo" è qualcuno che ti sta vicino dal punto di vista della distanza non tanto (solo) fisica, ma emotiva e cognitiva. La persona che saluti diventa qualcuno che "ri-conosci" anche se non lo conosci.
Qualcuno che, a sua volta, ti ri-conosce, per reciprocità. Un "quasi" prossimo. Un "non estraneo". Un cenno di saluto serve, dunque, a tracciare un perimetro dentro il quale ti senti maggiormente a tuo agio.
Meno estraneo. Come avviene dovunque tu conosca o almeno riconosca
qualcuno. Altrimenti, per quel che mi riguarda, mi sento spaesato. Fuori con-testo. Non dispongo, cioè, di un testo condiviso, di un linguaggio comune ad altri, anche se espresso senza parlare.
Perché non c'è bisogno di parole per comunicare con gli altri. Se non amici: non conoscenti. O, almeno, ri-conoscenti. Non è sempre facile, lo ammetto. Anzi, lo è sempre meno. Soprattutto da quando l'urbanizzazione ha stravolto i luoghi in cui vivo. Dove abito. Da quando lo spazio intorno a casa si è condensato e al tempo stesso liquefatto. Sovraffollato. Si è trasformato in una plaga immobiliare, una non-città, dove sono affluite centinaia e centinaia di persone. Sconosciute.
A me, ma anche tra loro. Non è facile salutare le persone (?) che incontro. D'altronde, è divenuto sempre più difficile trovare un po' di verde. Guidato dal mio cane, allungo il percorso e mi sposto sempre più in là, sempre più lontano. Anche se ormai gli spazi verdi sono quasi scomparsi. E i pochi rimasti sono destinati a scomparire presto. Inseguiti ed erosi da nuovi insediamenti residenziali, da nuove strade e da nuove rotonde. Così, mentre costeggio cantieri e prati residuali, case abitate e altre che verranno, incontro perlopiù altre persone che accompagnano i loro cani. O viceversa (come me). Ma è difficile rivolgere loro un saluto. Perché non mi vedono. Occupate, al cellulare, a parlare con altre persone lontane. Oppure isolate da tutti, soli con il loro iPod.
Ed è difficile, altrettanto difficile, salutare gli altri ("altri"), quelli che escono di casa mentre passo. Non importa se a 100 metri o a un chilometro da casa mia. Tanto non conosco quasi nessuno, di questi nuovi arrivati (o magari è da parecchio tempo che abitano nel quartiere, ma è lo stesso, perché sono anonimi. Non hanno un nome. Non li conosco e non si conoscono, neppure tra "vicini"). Quando li incontro e li saluto, con un buongiorno e (o) un cenno del capo, alcuni rispondono. Ri-cambiano. (Le donne, soprattutto.)
Altri si limitano a un gesto imbarazzato. Un po' sorpresi. Altri ancora non rispondono. Non dicono e non fanno nulla. Tirano dritto. Come non mi avessero visto. E forse è vero, è proprio così. Abituati a stare e a essere soli. Non si accorgono della mia presenza. O, comunque, preferiscono ignorarmi. Alcuni, infine, non rispondono ma mi guardano storto. Irritati più che stupiti. Percepiscono il mio saluto come un'intrusione. E si chiedono, mi chiedono, con lo sguardo, cosa io voglia da loro. E perché non me ne stia al mio posto. Cioè, lontano. Fuori dalla loro vista e dalla loro vita. Abitanti di questo mondo senza relazioni e senza società, guardano ma non vedono. E non ascoltano. Temono chi si avvicina troppo. (E non è un caso che gli "stranieri" suscitino imbarazzo e fastidio. Al di là di ogni altro problema: ci "avvicinano" e ci danno del tu).
Il prossimo, ha scritto Luigi Zoia, è morto da tempo. Sostituito da surrogati elettronici, che offrono mediazioni mediatiche infinite. Promuovono rapporti indiretti e im-personali. Apatici invece che empatici. Ma io non mi rassegno e continuo, continuerò a cercarlo. Il prossimo. A costruirlo, raffigurarlo. Intorno a me, almeno. Il prossimo. Anche se ridotto a un saluto, un cenno del capo. Non rinuncerò a guardare gli "altri" in faccia. Per egoismo. Per non sentirmi circondato "solo" da "altri". Cioè, per sentirmi meno "solo".

Fonte:repubblica.it