Immaginano i tetti di San Lorenzo ricoperti di fiori e i parchetti ingialliti come piccoli orti di quartiere. Il loro non è un sogno, ma una realtà diffusa in molte città europee, da Madrid a Parigi, passando per l'uggiosa Oxford. L'hanno scoperta e studiata viaggiando e hanno deciso di importarla a Roma, creando il progetto FiloVerde. "Vorremmo far nascere una rete di giardini condivisi, gestiti da residenti e associazioni del territorio" spiega Flavia Montini, una delle sei ragazze del gruppo di ricerca, laureate in architettura, filosofia e scienze politiche. Per cominciare hanno scelto i quartieri di "casa" e hanno presentato un progetto alla Commissione Ambiente del Municipio III, individuando possibili aree e percorsi di intervento.
L'idea è che ogni spazio dequalificato, dai cortili interni ai tetti dei palazzi, dai parchi alle aree abbandonate, possa trasformarsi in un giardino, di tutti e di ciascuno. Uno spazio a misura di inquilino o di cittadino, pensato a seconda delle particolari esigenze. Nel cortile di un condominio, così, potrebbe nascere un orto, mentre una parte del parco vicino alla scuola potrebbe ospitare un giardino pedagogico. Ad occuparsene, o meglio a "adottarlo" - sulle orme di quel che un altro progetto romano aveva tentato - le associazioni del territorio con le loro attività. Che, naturalmente, dovranno rispettare un orario di apertura al pubblico e organizzare iniziative per tutta la comunità.
"Ci ispiriamo all'esperienza francese dei jardins partagés, che si sono diffusi spontaneamente negli anni Novanta e sono stati riconosciuti dal Comune di Parigi, nel 2001, con il programma Main Verte" spiega Valeria Leoni, giovane architetto che con le tre colleghe Giulia Castaldi, Benedetta Di Donato e Annachiara Eliseo ha studiato il progetto anche nella parte urbanistica. Con Flavia e Sabina Tortorella hanno esplorato questi cantieri di socializzazione sparsi in giro per l'Europa (solo a Parigi ce ne sono 60) e ne hanno toccato con mano i benefici.
"A Oxford c'era un piazzale circondato da box auto, una specie di garage in pieno degrado - racconta Flavia - Un uomo ci morì di overdose e il quartiere decise di trasformarlo in un giardino condiviso. Oggi ci sono giochi per bambini, un piccolo orto curato dai disabili e uno spazio dove fare yoga". I vantaggi per la comunità sono evidenti, ma in poco tempo si tradurrebbero anche in un risparmio per l'amministrazione. "Il Municipio dovrebbe sistemare l'area all'inizio, ma non avrebbe più spese di manutenzione e di gestione" osserva Valeria.
La partecipazione, del resto, costruisce una comunità e avvicina i cittadini tra loro e alle istituzioni. Proprio per questo, FiloVerde sta portando avanti, in parallelo, uno studio sulle realtà analoghe già esistenti a Roma, come quella del giardino di via dei Galli, a San Lorenzo. "Vogliamo fare un monitoraggio per metterle in rete, condividerne l'esperienza e diffondere il modello in città - concludono - Siamo convinte che potrebbe avere delle ricadute molto positive, sia in termini di riqualificazione del paesaggio e del tessuto urbano, che di stimolo culturale". Per informazioni/adesioni: progettofiloverde@gmail.com.
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