02/06/10 ""Parli italiano?": 13 mila stranieri a scuola. E col permesso a punti boom d'iscrizioni"
I corsi gratuiti offerti da una rete di 27 diversi centri, sia cattolici che laici, con 300 insegnanti volontari. "Ma la richiesta è doppia". Le associazioni: "Così formiamo cittadini"
Ogni anno siedono sui loro banchi quasi 6.500 cittadini stranieri. Che seguono corsi gratuiti d'italiano, ma ricevono anche consulenza legale e un aiuto per orientarsi nella cultura e nella burocrazia del Paese che li accoglie. Sono le scuole d'italiano per stranieri gestite dal volontariato e dal privato sociale, da poco più di un anno riunite in una rete ("Scuole migranti", appunto) che raccoglie esperienze che vanno dall'associazionismo cattolico ai centri sociali passando per le biblioteche. Oggi le 27 scuole in rete si avvalgono dell'impegno di circa 300 volontari. Un universo variegato: ci sono professionisti, insegnanti d'italiano in pensione, abilitati Ditals e studenti universitari. Si va da storiche realtà d'ispirazione cattolica come i corsi di Sant'Egidio (2.323 iscritti), Caritas (649) e missionari comboniani (473) fino alla Federazione delle chiese evangeliche e a solide esperienze laiche come la Casa dei diritti sociali: nella sede di via Giolitti si fa lezione tutti i giorni dell'anno per quasi 1.500 persone. Ma aderiscono a Scuole migranti anche realtà come Asinitas, specializzata nella formazione dei rifugiati, l'associazione "Di 28 ce n'è 1", che si dedica agli immigrati con disabilità, o la Casa di Kim, struttura per minori stranieri con patologie difficilmente curabili in patria: qui a studiare l'italiano sono le mamme che li seguono in Italia durante il periodo di cura.Elemento comune è la gratuità dei corsi, che non hanno particolari requisiti d'accesso: si stima che circa il 20% dei frequentanti sia in attesa di regolarizzazione. Alcune scuole propongono moduli che si ripetono ciclicamente durante l'anno, altre hanno formule ad hoc per le frequenze "a singhiozzo" dettate dalla precarietà lavorativa. Tutte però offrono percorsi che non si esauriscono nell'alfabetizzazione, ma puntano ad aiutare gli stranieri a usufruire dei servizi sociali, a superare i traumi trascorsi - è il caso dei rifugiati - e ad acquisire piena coscienza dei loro diritti. Per capire il peso della rete basta guardare ai numeri: nel 2008-2009, gli iscritti sono stati 6.417, tanti quanti gli stranieri che nello stesso anno hanno frequentato i Ctp - Centri territoriali permanenti: 6.747. "Oggi la domanda non è canalizzata - spiega Augusto Venanzetti, coordinatore di Scuole migranti - ma stimiamo che quella sommersa sia almeno doppia. Ed è destinata ad aumentare ancora con il varo del regolamento sul "permesso a punti". Da quando cioè chi chiede il permesso di soggiorno dovrà firmare un "accordo d'integrazione" in cui si impegna, nel giro di due anni, ad acquisire specifiche conoscenze della lingua e della cultura italiane. E in particolare, stando alla bozza di decreto licenziata dal Consiglio dei ministri il 20 maggio, un livello certificato "A2" di conoscenza dell'italiano". Per questo le scuole si sono già attivate con percorsi di formazione per gli insegnanti e sono in cerca di accordi con le istituzioni. "Non chiediamo fondi - spiega Venanzetti - quanto un aiuto per portare avanti le nostre attività: già ottenere in concessione gratuita locali per le lezioni ci consentirebbe di moltiplicare il numero dei corsi". Da settembre la rete si è dotata di un sito internet (www. scuolemigranti. it) sul quale consultare in tempo reale l'elenco di quelli attivi nelle diverse zone della città. Info: scuolemigranti cesv.org
Fonte:repubblica.it
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