Esquilino, la "scuola degli stranieri" ora conquista anche gli italiani
Un esempio di integrazione sui banchi. Proprio nella "Chinatown" dell´Esquilino. Una scuola non solo frequentata dai bambini stranieri, ma sempre più richiesta anche dalle famiglie italiane. Al punto che se fino a qualche anno fa, all´istituto comprensivo Manin, il 60 per cento della popolazione scolastica era composta da studenti di cittadinanza non italiana e il restante 40 da italiani, oggi il rapporto si è capovolto. «Il 48 per cento sono bambini stranieri, il 51 cittadini italiani – spiega Alba Zuccarello, preside della scuola – Gli italiani stanno lentamente aumentando». Un dato significativo se confrontato con quello, che tanto fa discutere, della elementare Pisacane a Tor Pignattara, dove il 97 per cento degli iscritti è composto da alunni stranieri (su 180 bambini solo 6 sono italiani). «Sono state le stesse famiglie a partecipare al processo di integrazione – spiega la preside della Manin - a darci fiducia. La paura più grande all´inizio era che i propri figli incontrassero difficoltà con la nostra lingua. Ma hanno capito ben presto che non è così, anzi. I bambini a quella età imparano tutti insieme e prestissimo, anche quelli non nati in Italia e che arrivano alla Manin nel corso dell´anno. E comunque in casi particolari si possono organizzare anche corsi specifici di italiano».La comunità straniera più rappresentata è quella cinese, ma ci sono anche filippini, slavi, bengalesi. La maggior parte sono immigrati di seconda generazione, sono cioè nati qui, ma hanno i genitori stranieri. «Le famiglie partecipano ai nostri progetti e portano avanti iniziative pomeridiane – prosegue la preside – sono molto importanti non solo per i bambini, ma anche per gli adulti, perché così i genitori italiani conoscono quelli stranieri».Brunella Marcelli è docente di italiano alle medie e da 10 anni insegna alla Manin: «Oggi noi docenti lavoriamo a un metodo di lavoro in cui cerchiamo di entrare in una relazione profonda con ogni alunno. Fondamentale è il gruppo-classe dove predominano collaborazione, solidarietà e complicità. E ogni ragazzo impara non solo dall´insegnante, ma anche dai suoi compagni di classe». Tra i tanti progetti la professoressa Marcelli porta avanti assieme al collega Marinaccio di Artistica l´iniziativa "Cuore senza confini": «Un lavoro di espressione artistica con lavori pittorici e murales. Si aiuta a socializzare quando si lavora insieme e si ha un obiettivo in comune».
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