"Violenza domestica in aumento Nel Lazio più casi e denunce"

Secondo la ricerca di Save the Children, nella regione il fenomeno è più accentuato con il 16,3 per cento delle donne fra i 16 e i 70 anni vittime di aggressioni da parte del partner. "Mancano norme su minori che assistono"
Il fenomeno della violenza domestica femminile aumenta nel Lazio. E' infatti la regione che registra più denunce, nonostante storicamente sia intervenuta prima per fronteggiare il problema della violenza sulla donna. A sostenerlo è una ricerca effettuata da Save the Children e garante per l'infanzia e l'adolescenza della regione, in occasione della presentazione del rapporto 'Spettatori e vittime: i bambini e le bambine che assistono ad un atto di violenza lo subiscono'.Se i dati del rapporto sono elaborazioni provenienti da fonte Istat, su tre regioni specifiche (Piemonte, Lazio e Calabria, in rappresentanza delle rispettive aree geografiche, nord, centro e sud) è stata svolta una ricerca con il metodo delle interviste, contattando i responsabili di istituzioni e servizi impegnati direttamente nel contrastare il fenomeno delle violenza domestica e assistita. La scelta dei 'testimoni privilegiati' è avvenuta attraverso una previa ricognizione delle figure più coinvolte sul tema appartenenti a quattro aree di competenza: gli enti locali/regionali, le forze dell'ordine, il mondo della giustizia, i servizi socio-sanitari comprese le componenti attive del terzo settore.Rispetto alla media nazionale, dunque, i dati regionali sulla violenza nei confronti delle donne evidenziano alcune differenze: nel Lazio per esempio il fenomeno della violenza domestica femminile appare più accentuato con il 16,3 per cento delle donne fra i 16 e i 70 anni ad aver subito violenza dal partner, a fronte del 13,9 per cento del Piemonte e il 10,1 per cento della Calabria. Il Lazio però è anche la Regione in cui si fanno più denunce: dichiara di aver sporto denuncia dopo la violenza subita l'8 per cento delle donne, contro il 5,8 in Piemonte e il 4,2 in Calabria. Tutte e tre le regioni manifestano un recente o rinnovato impegno nel settore della violenza contro le donne: a livello di tempistica, il Lazio è stata la prima in assoluto a legiferare per fronteggiare il problema della violenza sulla donna, mentre le altre due regioni hanno emanato il loro primo atto normativo (e per la Calabria anche l'unico) nel 2007.Save the Children fa notare che per quanto riguarda la considerazione dei minori che assistono alle violenze sulle madri, manca invece una decisa presa d'atto e conseguenti misure normative sulla violenza assistita, di cui vi è traccia solo in un atto legislativo del Piemonte, unica regioni esaminate ad aver dato disposizioni normative, con delibera di giunta n. 42/29997 Del 2000, a favore di minori vittime di abuso e maltrattamento.Attraverso questa delibera sono stati creati nuovi servizi, e potenziati quelli preesistenti, per contrastare la violenza nei confronti dei minori, compresa la "violenza assistita". Sul versante dei finanziamenti poi emerge una difficoltà comune a tutte e tre le regioni a garantire certezza dei finanziamenti e si assiste piuttosto ad una loro progressiva riduzione."Abbiamo scelto di accendere un riflettore- spiega Francesco Alvaro, garante per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza della Regione Lazio - sugli effetti che l'assistere a episodi di violenza in ambito domestico può produrre sulla crescita e lo sviluppo di un bambino: in una Regione come il Lazio, dove convivono realtà metropolitane e situazioni di degrado sociale, infatti, ci è sembrato importante analizzare un fenomeno che è ancora oggi oggetto di scarso interesse e che, al contrario, merita di essere affrontato con la dovuta attenzione". Per Alvaro "la necessità di un adeguato approfondimento del tema è dimostrato anche dall'interesse che hanno mostrato gli adolescenti coinvolti nel percorso di consultazione per la realizzazione del video, che hanno evidenziato proprio l'importanza di aprire un dialogo con gli adulti".E' stato inoltre presentato il video di sensibilizzazione frutto della consultazione di un gruppo di ragazzi e ragazze di Roma, coinvolti da Save the Children e dal garante dell'infanzia: il video utilizza il tratto grafico del cartoon e vi si vede un bambino che guarda un cielo sereno dove due nuvole assumono i tratti di un uomo e una donna: mamma e papà. Lentamente le sagome cambiano posizione, con il braccio del padre che si alza sulla mamma. Il cielo si oscura e sul viso del bimbo appare una lacrima. In sottofondo 'hoppipolla', canzone del gruppo islandese dei sigur ros che ne hanno gratuitamente concesso l'utilizzo.
Fonte:repubblica.it

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