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Turismo, mille licenziamenti
Da Repubblica Roma.itdi Alessandra Paolini«LE PREVISIONI per la stagione estiva lasciano ben sperare», dice dall’alto del palco il sottosegretario con delega al Turismo Michela Vittoria Brambilla. Ma ieri, nel primo appuntamento della due giorni “Uniti contro la crisi”, convegno organizzato dall’a ssessorato al Turismo del Lazio e dall’At di Federica Alatri c’era poco di cui gioire. Come valutare altrimenti i mille lavoratori a contratto indeterminato che nel 2008, solo a Roma, hanno perso il posto? Licenziati dagli alberghi che per queste feste pasquali hanno visto, rispetto a un anno fa, un 10 per cento di vacanzieri in meno. E siccome, tra capitale e provincia, l’indotto conta oltre 120mila persone «il 10% in meno vuol dire che se a maggio e giugno non avremo segni di ripresa, ci potrebbero essere 12mila persone a spasso», spiega Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi.Anche il presidente dell’Ente bilaterale del Turismo del Lazio, Giancarlo Mulas è preoccupato: «Mille posti fissi in meno significa una contrazione del personale solo su Roma del 7 per cento. Oltre a questo, si sono registrate 9 milioni di ore di straordinario in meno negli hotel». Mancano i soldi, questo si sa. E mancano gli americani. A febbraio, 23mila presenze in meno, confrontando il dato con lo stesso mese del 2008. Una contrazione del 17%. «Che a marzo potrebbe essere arrivata al 24%», ha continuato Mulas. Un buco incolmabile visto «che il mercato degli Stati Uniti assorbe da solo il 30% dell’intero movimento turistico straniero. E le camere rimaste vuote sono specialmente quelle delle categorie superiori degli alberghi, come i cinque stelle». Ma a dare forfait non sono solo stati i vacanzieri a “Stelle e strisce”. Cinesi e coreani, sempre a febbraio del 2009, sono scesi di numero del 16% e del 18%.
Gli imprenditori del settore, facile immaginare, sono in allarme. Ancor più di più dipendenti. «Anche perché — spiega Roscioli — per tutta questa gente non c’è cassa integrazione. Solo pochi alberghi, in genere i più grandi, hanno una sorta di paracadute, una mobilità assicurativa a tempo, stipulata privatamente a cominciare dagli anni Settanta». Dunque, se il mercato non darà segnali di ripresa con l’inizio della bella stagione, a farne le spese in massa saranno gli “ stagionali” (lavoratori con contratti a termine). Per loro non ci sarà alcuna possibilità d’impiego. Il problema, infatti, sono anche i costi. «Le aziende turistiche devono tornare a fare fatturato — aggiunge Roscioli — Cosa non semplice anche perché con la crisi il prezzo delle camere d’albergo è sceso in media del 30% mentre i costi di gestione restano altissimi». E per cercare di attirare anche nuovi turisti ieri il Campidoglio ha ritirato fuori il progetto degli eco-risciò. Una sorta di taxi ecologico a pedali, già sperimentato in altre città come Londra, New York e Barcellona, proposta ventilata nel 2006 e poi finita in soffitta. A gestirli ci saranno delle onlus con il coinvolgimento di categorie svantaggiate come gli ex detenuti. I risciò saranno velocipedi a pedalata assistita elettricamente a tre e quattro ruote per girare tra le bellezze di Roma senza inquinare, senza rumore e con il vantaggio (per chi pedala) di faticare meno.
(17 aprile 2009)
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