Liceo Tacito, la "scuola fai da te" arrivano gli studenti imbianchini
Nelle ore di lezione tinteggiate le aule sporche. Soddisfatta la dirigente Mori: "Un esempio civico straordinario". Qualche scritta scrostata risaliva agli anni '90
Sul pavimento ricoperto di vecchi giornali, una trentina di ragazzi con i pantaloni imbrattati di vernice e un luminoso sorriso in volto mostrano, orgogliosi, i pennelli. "Abbiamo ridipinto la nostra classe, è venuta bene, no?". Impossibile negarlo: le pareti tinteggiate di fresco sembrano il risultato dell'opera di un professionista. E, invece, sono il frutto del lavoro di un centinaio di studenti del Tacito, che a rotazione, durante il mese di ottobre, si sono improvvisati imbianchini per ridipingere le pareti di alcune aule del liceo di via Giordano Bruno, prima coperte di scritte e insidiate dall'umidità.Una nuova frontiera di "scuola-fai-da-te", ideata dai ragazzi. Ma, soprattutto, una spontanea assunzione di responsabilità che ha molto colpito la dirigente, Giuliana Mori: "Lo trovo un esempio di senso civico straordinario, per questo li ho autorizzati a intervenire. Perché non rischiassero nulla e fossero assicurati, abbiamo istituito il "Progetto Decoro", coordinato da una professoressa di Storia dell'Arte e inserito nel piano dell'offerta formativa della scuola".Nel corso del mese di ottobre, cinque classi del triennio hanno ritinteggiato le proprie aule, in soli due giorni ciascuna. "Lo scorso anno la Provincia aveva già ridipinto una decina di aule e un corridoio della nostra sede centrale - spiega la preside - Ora sta intervenendo per sistemare gli uffici e gli altri corridoi, ma nel frattempo i ragazzi hanno deciso di contribuire in prima persona, pitturando le ultime aule che erano rimaste in sospeso per mancanza di fondi, per dare una mano"."Abbiamo scrostato il vecchio intonaco, rovinato per le infiltrazioni di umidità, passato la carta vetrata e steso la nuova vernice. Il tutto in sole due mattinate - spiega Jacopo D'Agostino, studente diciottenne del II C - Ci siamo divisi i compiti e, insieme, abbiamo lavorato benissimo".Il perché di una tale iniziativa lo spiega la compagna di classe, Valentina Voltarelli: "Alle scuole pubbliche arrivano sempre meno fondi, che non bastano a coprire le spese necessarie. Con questo gesto abbiamo deciso di lanciare un messaggio, non polemico ma costruttivo, alle istituzioni: noi teniamo alla nostra scuola e vorremmo che anche loro se ne prendessero più cura".Sotto l'occhio vigile dei prof, infatti, i ragazzi si sono impegnati con entusiasmo. "Ci siamo divisi il lavoro a seconda delle capacità e abbiamo fatto squadra - raccontano Andrea e Lorenzo del I A - la classe ne aveva bisogno: alcune scritte risalivano addirittura ai primi anni '90, una rinfrescata ci voleva". D'accordo anche Gianluca D'Acunti, docente di italiano e latino: "Ho ceduto un paio delle mie ore volentieri perché ritengo che l'idea dei ragazzi abbia un forte valore formativo, oltre a un'evidente utilità pratica: hanno dimostrato un grande rispetto per il proprio ambiente di lavoro e questo gli va senz'altro riconosciuto".
Fonte:repubblica.it
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