"Museo e Diaspora. Maschere e identità plurali".
Il programma dei tre giorni è articolato in sessioni tematiche che prevedono confronti e dibattiti tra curatori di museo ed esponenti delle associazioni della diaspora italiani e stranieri, studiosi di antropologia e di letteratura, artisti e scrittori, tra cui Maryse Condé, sicuramente tra le più eminenti figure della letteratura francofona contemporanea.
L'atelier vuole permettere alle comunità della diaspora di "riscoprire" il proprio patrimonio culturale e di costruire un rapporto con il museo. Inoltre vuol dare al pubblico del museo la possibilità di comprendere meglio il fenomeno dell'immigrazione, che si intreccia quotidianamente con le nostre vite, e di conoscere più a fondo le questioni che hanno a che fare con il discorso della diversità culturale.
La scelta del tema della maschera, un oggetto presente in tutte le culture del mondo, vuole favorire la discussione sui problemi legati alla diaspora e al dialogo interculturale. La maschera interpreta infatti i rischi e l'ambivalenza dell'incontro con la diversità, l'ambiguità inscritta nei processi di integrazione, le strategie identitarie giocate attraverso la reciprocità dello sguardo.
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