Ho perso le parole

GIOVEDI' 3 LUGLIO ORE 19,30
LIBRERIA RINASCITA
via Prospero Alpino, 48 (Ostiense/Garbatella)

PRESENTAZIONE DEL LIBRO
Ho perso le parole
Potere e dominio nelle pratiche di cura
(La Meridiana 2008)

Incontro con Felice di Lernia, autore, e Claudio Cippitelli, Coordinamento Nazionale Nuove Droghe
Il rapporto di cura è un faticoso equilibrio tra potere e dominio: tra possum= io posso fare e dominus= sono padrone. Il confine tra potere e dominio si gioca sulla scelta-capacità-possibilità di accompagnare. Medici, psicologi, pedagogisti, educatori, insegnanti, assistenti sociali, sacerdoti con questo equilibrio devono fare i conti. La volontà di potere, appunto io posso, è alla base di qualunque vocazione professionale. É normale che sia così. Ecco allora che la questione cruciale non è data dalle competenze o dalle qualità, ma dall'atteggiamento nei confronti del potere, cioè del fatto che io posso una cosa che un altro in questo momento non può. E l’altro che si affida è un soggetto vulnerabile e ancora più fragile nel momento stesso in cui mette in gioco la sua autenticità, il suo bisogno di aiuto. Se scelgo, nel mio potere, di accompagnare l’altro lo aiuto a cambiare. E siccome l'errore è cambiamento, la conseguenza è che la cura se non accompagna nel cambiamento diviene il luogo del proprio dominio sull’altro.
Passare dall’accompagnare al portare implica molte cose. Tra le tante
entrare nella narrazione, in una comunicazione rinnovata, consapevoli che appunto “L’uomo – come dice Herder - prende forma a seconda delle mani in cui cade”. Un libro che con delicatezza entra nel campo minato delle relazioni di cura con una prospettiva antropoietica. Perché prendersi cura dell’uomo, significa prendersi cura dell’umanità, è “ un fare umanità - come dice Remotti - prendendosi cura di essa; è un fare esseri umani provando, ricercando e accudendo la loro umanità”. E forse anche la nostra.

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