A fotografare le nostre paure è il quarto rapporto sulla sicurezza 1, realizzato da DemosΠ e Osservatorio di Pavia per Fondazione Unipolis. I risultati? Esaurito l'allarme criminalità (esploso nel biennio 2007-2008), oltre il 60% degli italiani teme oggi per la crisi economica: in particolare la disoccupazione (considerata la prima emergenza per il 48% dei cittadini). Eppure la tv italiana guarda altrove e le paure "telecomandate" sono altre: sui tg i problemi economici conquistano solo il 6% dello spazio. A farla da padrone è ancora la criminalità comune. Un caso tutto italiano: nel 2010 il Tg1 ha dedicato oltre mille notizie ai fatti criminali, il doppio del tg pubblico spagnolo, il triplo di quello inglese, quatto volte in più rispetto al tg francese e 18 volte in più del tg pubblico tedesco. Il tutto, mentre in Italia continua a calare lievemente il numero di reati denunciati.
Non solo. Nel secondo semestre 2010 sui tg italiani si è registrata un'ulteriore impennata dei servizi di nera. Una bolla emotiva, che ha un principale responsabile: il caso Sarah Scazzi, che in quattro mesi ha collezionato ben 867 notizie su 720 edizioni di tg. "Dalla criminalità "comune" si è passati alla criminalità "eccezionale" - sostiene il curatore del rapporto, Ilvo Diamanti, che ne ha discusso ieri a Roma con tre direttori: Lucio Caracciolo (Limes), Enrico Mentana (Tg La7) e Marino Sinibaldi (Radio3) - ci si è spostati cioè su casi singoli, a modo loro eccezionali, resi tali anche dal modo in cui vengono sceneggiati in tv". Il sospetto è il crimine venga trattato "come reality, usato come un antidoto, per bilanciare la spinta emotiva prodotta dalle preoccupazioni economiche e dalla paura suscitata dalla disoccupazione".
Non tutti i tg sono però eguali. Negli ultimi quattro mesi del 2010, la "passione criminale" impazza su Studio Aperto (Italia 1), seguito da Tg5, Tg1, Tg4 e Tg2. Agli ultimi posti: Tg La7 e Tg3. "Visti i buoni risultati del Tg La7 - ragiona Diamanti - si direbbe che la criminalità da sola non basta a garantire gli ascolti". E ancora: il rapporto registra il senso d'angoscia degli italiani. Chi n'è più colpito? Semplice: chi passa oltre 4 ore al giorno davanti al piccolo schermo, ma soprattutto gli spettatori fedeli dei programmi di infotainment pomeridiani. Sono loro i più preoccupati.
Nessun commento:
Posta un commento