22/03/11 "Generazione 2, nasce lo sportello diritti"

Consulenze gratuite da un team di avvocati. L'iniziativa dei giovani di origine straniera in collaborazione con Asgi e Save the Children. Offre assistenza legale ai figli di immigrati: il primo ostacolo è la pratica di cittadinanza
La sigla è G2. Semplice, ad effetto. E sta per "seconde generazioni". Ovvero giovani o nati in Italia da genitori immigrati, oppure arrivati qui da piccolissimi che hanno iniziato e finito il loro percorso scolastico nel nostro Paese. Un mondo nel mondo. Persone come sospese tra due status: quello di migranti e di italiani. Per questo, nel 2005, un gruppo di ragazzi creò a Roma una "rete" per aiutare chi viveva, e vive, in questa sorta di limbo, battezzandola appunto G2. Dalla Capitale pian piano G2 si è allargata e ha contaminato altre parti della penisola, arrivando a contare ben mille attivisti (cento solo a Roma). Ma il cuore pulsante di questa rete è in città dove da poche settimane è stato inaugurato on-line anche il primo sportello legale dedicato. L'iniziativa è nata grazie alla collaborazione tra G2, Save the Children e l'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione), ed è stata realizzata con il finanziamento dell'Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del dipartimento per le Pari opportunità).
"Era da tempo che molti ragazzi di seconda generazione ci chiedevano uno strumento in grado di fornirgli risposte adeguate su questioni burocratiche, su come gestire situazioni discriminanti nei loro confronti o nei confronti dei loro parenti. Ora il progetto è diventato realtà - spiega Mohamed Tailmoun, tra i fondatori di G2 - grazie anche all'apporto professionale di due avvocati".
Per contattare lo sportello legale, basta andare sul sito www.secondegenerazioni.it, cliccare sull'apposito link e inviare una mail con tutti i propri dati. "Una prima lettura la facciamo noi - aggiunge Mohamed Tailmoun - poi il tutto passa ai legali". Il problema per molti è sempre lo stesso: "Come chiedere la cittadinanza italiana. Il che è davvero difficile, visto che chi è nato qui da genitori stranieri lo può fare "solo" se fino a 18 anni ha avuto la residenza ininterrotta in Italia. A quel punto, ha solo un anno di tempo per la domanda: un dettaglio, quest'ultimo, che tanti non conoscono. Mentre per chi è nato all'estero, arrivando qui da piccolissimo, si tratta di un vero percorso a ostacoli". Così, tra le sue battaglie G2 da anni chiede che venga cambiata la legge che regola la richiesta di cittadinanza, perché diventi "più facile ottenerla", aggiungono dalla rete.
In più G2 sta portando avanti anche "una ricerca per raccogliere dai figli dei migranti esperienze, notizie e storie sui loro rapporti con le istituzioni. Un modo per accendere i riflettori sulle forme di discriminazione diretta e indiretta cui vanno incontro le seconde generazioni, così da poter dar vita a un rapporto e creare una sorta di "libretto d'istruzioni" per chi subisce ingiustizie", rimarca Tailmoun. Lui si dice fortunato: "sono tra i pochissimi con una "carta di soggiorno" a tempo indeterminato". È arrivato a Roma piccolissimo: dalla prima elementare in poi ha studiato in Italia. Ora lavora come mediatore culturale. Per molti altri, "le cose sono davvero complicate", conclude. E a parlare ci sono i primi dati: in poche settimane le segnalazioni arrivate allo sportello legale sono state circa una cinquantina.
Fonte:repubblica.it

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